SANITA’ PRIVATA ED UNIONE EUROPEA: INTERVISTA AD ILARIA GIANNICO, SEGRETARIO GENERALE DI UEHP

Cos’è UEHP e qual è il ruolo degli ospedali privati in Europa?

“UEHP è un organizzazione privata fondata nel 1991, che rappresenta circa 5.000 ospedali privati riconosciuti da contratti con sistemi sanitari in tutta Europa. I nostri membri sono federazioni nazionali di ospedali privati in 17 Paesi Europei. E’ stato stimato che gli ospedali privati in Europa rappresentino il 20% del mercato globale, un’alternativa sanitaria che è diventata indispensabile per i cittadini. Il nostro obiettivo è quello di aiutare a creare le condizioni politiche ed economiche attraverso le quali incrementare l’iniziativa indipendente in campo sanitario. Inoltre, UEHP studia e crea le migliori condizioni per la buona gestione degli ospedali privati. La priorità di UEHP è quella di promuovere sanità di alta qualità orientata al paziente, con attività chiave quali:

• Coordinare iniziative per la liberalizzazione delle strutture sanitarie all’interno del Mercato Comune, tanto quanto promuovere il mercato interno nel campo della sanità;
• Lo studio delle condizioni per la partecipazione degli ospedali indipendenti al sistema sanitario nazionale nei paesi dell’ Unione Europea.

UEHP è convinta che libertà di scelta dei pazienti, la libertà di esercitare per i medici e la sana competizione siano garanzie per una sanità di buona qualità concentrata sul benessere del paziente. Osservare questo principio nel lavoro quotidiano, significa essere la voce degli ospedali privati diffusa ad ogni livello: a quello istituzionale, tra i soci e le parti interessate, condividendo esperienze e studi di successo, più in generale portare le problematiche del settore privato sull’agenda politica dell’Unione Europea.”

La direttiva 2011/24 dell’Unione Europea dovrebbe consentire la libera circolazione dei pazienti nel territorio. Qual è la situazione? I pazienti dell’UE possono davvero attraversare liberamente i confini alla ricerca di migliori o più veloci cure mediche?

“La direttiva 2011/24/UE sui diritti dei pazienti nella sanità all’estero stabilisce il quadro legale per i pazienti alla ricerca di cure fuori dai loro paesi d’origine, con l’intento di migliorare la sostenibilità del nostro sistema sanitario. Inoltre, gli ospedali privati in Europa riconoscono il grande potenziale della Direttiva transfrontaliera, con un particolare interesse per:

• La riduzione delle liste d’attesa
• Il superamento della netta divisione con il Sistema Sanitario Nazionale
• Il miglioramento degli standard delle cure

Ad ogni modo, una reale applicazione della Direttiva è intaccata da una serie di problemi, sperimentati da tutti i paesi UE. Il report sulla situazione attuale della Direttiva sulla Sanità Transfrontaliera, pubblicata dalla Commissione Europea alla fine del 2015, ha riportato che i principali ostacoli sono:

• La conoscenza dei propri diritti dei cittadini più poveri e la mancanza di informazioni chiare, strutturate e comprensibili per i pazienti
• La mancanza di cooperazione e comunicazione con i Ministeri ed i Punti di Contatto Nazionale
• Il fardello amministrativo e i tempi di gestione delle richieste
• La barriera linguistica ed il dialogo con i Punti di Contatto Nazionale
• Le basse tariffe di rimborso
• L’obbligatorietà di una precedente autorizzazione per trattamenti speciali ed ospedalizzazione

Nonostante tutti gli sforzi fatti all’UE ed a livello nazionale fin ora, notiamo che il percorso per i pazienti alla ricerca di cure sanitarie all’estero è ancora difficoltoso ed i loro diritti sono difficilmente rispettati, soprattutto quando si tratta di pazienti affetti da malattie rare. C’è una chiara necessità di una migliore comunicazione, tanto quanto di una maggiore integrazione nella sanità, migliorando la cooperazione tra tutti gli attori coinvolti ad ogni livello.”

Come si sta evolvendo il Turismo Medicale nell’Unione Europea? Quali sono i principali flussi di pazienti e cosa li motiva?

“L’uso della sanità all’estero non è un fenomeno nuovo. Comunque, l’evoluzione globale nei flussi di pazienti e nelle pratiche sanitarie, tanto quanto la tecnologia medica oltre i confini nazionali, hanno cambiato il modo in cui i servizi sanitari sono offerti ai pazienti. Le regioni transfrontaliere stanno funzionando molto bene (es. Benelux) in quanto hanno una lunga tradizione nell’inviare e nell’ospitare pazienti per diversi trattamenti. Alcuni altri paesi stanno provando ad attrarre pazienti stranieri, offrendo servizi altamente specializzati a bassi prezzi (ex. Riabilitazione in Portogallo). Parlando delle motivazioni che spingono i pazienti a cercare cure all’estero, dobbiamo chiarire che la “necessità” è molto spesso la prima ragione. Chiunque preferirebbe essere curato nel proprio paese e madrelingua, con il pieno supporto della sua famiglia e degli amici, ma in molti casi questo non è possibile per una serie di ragioni, tra le quali possiamo identificare:

• Lunghe liste d’attesa;
• Urgenze (che spesso accadono durante un viaggio in un altro paese);
• Disponibilità di cliniche e ospedali altamente specializzati all’estero;
• Mancanza di cure specializzate nel proprio paese;
• Mancanza delle tecnologie avanzate richieste per determinate patologie nel proprio paese;
• Mancanza di competenze nel proprio paese;
• Malattie rare.”

Il Turismo Medicale proveniente da oltre i confini UE spesso dipende in larga parte da burocrazia e visti. Nell’attuale situazione internazionale sta diventando più difficile sottoporsi a cure mediche? Che tipo di cooperazione è necessaria per semplificare questo processo?

“Bene, dal nostro punto di vista, il maggior ostacolo che gli ospedali privati stanno incontrando nel provare ad attrarre nuovi pazienti provenienti da paesi extra europei, è per lo più legato alla stabilità delle relazioni internazionali ed al loro impatto economico. I nostri ospedali stanno provando ad elaborare una strategia che possa assicurare una certa stabilità nel flusso di pazienti in entrata in Europa per sottoporsi a trattamenti, come risultato dei loro massicci investimenti in nuovi dipartimenti, nuove strutture e personale sanitario più qualificato e specializzato.”